#6 – Apocalisse
di Fabio Furlanetto
Sono solo.
Ridotto ad un pallido
riflesso di me stesso. Il mio corpo ha cessato di esistere e ben presto il mio
spirito lo seguirà. Non c’è che il nulla in ogni direzione.
Niente materia. Niente
energia. Niente magia. Che il mio destino sia di vagare per sempre in questo
oblio?
No. Avverto la presenza di
qualcuno, o forse qualcosa. Troppo debole per distinguerlo, troppo lontano. Ma
quello che posso fare è usare tutto ciò che mi resta per rendere nota la mia
presenza.
-Aiuto – rantolo, un sussurro
che non smuoverebbe nemmeno un atomo. Ma in questo nulla assoluto è sufficiente
per farsi notare.
L’unico altro essere in
questo nulla si avvicina. E’ potente, un essere di magia. Ne assorbo una
frazione, troppo piccola perché se ne accorga, ma sufficiente a darmi voce e ad
assicurarmi che mi senta.
-C’è qualcuno là fuori?
-Sei molto lontano da casa –
mi risponde. Al suo cospetto sono solo una scintilla a malapena visibile, ma
sto riprendendo forza.
-Non so nemmeno dove mi trovo
– ammetto.
-Questo è il vuoto tra le
realtà. E’ una benedizione che io ti abbia trovato; vago in questo nulla da
eoni, ma non ho mai incontrato nessuno.
-Perché ti trovi qui? Sei
stato esiliato?
-No, questa è la mia
missione: trovare nuove realtà e conoscere nuove forme di vita. Stai assorbendo
parte della mia essenza, straniero?
Devo essere stato ingordo
perché se ne sia accorto. Non ha importanza, ormai.
-Se la tua missione è
conoscere nuove forme di vita, sappi che se non lo avessi fatto avrei presto
cessato di esistere. Anche ora, l’energia che assorbo è a malapena sufficiente… me ne servirebbe di più
-Tutto ciò che voglio è
solamente parlare. Dimmi il tuo nome, straniero – risponde il missionario,
allungando la mano verso di me.
Sarà sufficiente. La
scintilla diventa una fiamma, avvolgendo la sua mano. Tenta di liberarsi di me,
ma rido del suo tentativo. La pelle brucia ed i muscoli si fondono, mentre la
fiamma si diffonde al resto del corpo.
La priorità assoluta è
bruciare le corde vocali perché non lanci un incantesimo. Poi entro nella sua
anima, bruciandola dall’interno per assicurarmi che non possa invocare nessuna
divinità. Assaporo il suo terrore negli ultimi istanti di vita; mi nutro della
maledizione che lancia contro di me, un sapore dolce che posso quasi sentire in
bocca prima che le sue ossa si sciolgano. Ma è un sapore incompleto: alla
maledizione che il missionario vuole lanciarmi manca ancora qualcosa.
-Il nome che stai cercando è Dormammu.
Ho di nuovo una forma e uno
scopo. Ora mi serve solo un mondo da bruciare.
Seguire le orme lasciate dal
missionario è semplice. La strada che ha percorso è molto lunga e molto aspra;
la dimensione da cui proviene fa parte di una regione talmente remota da
sfuggire alla comprensione.
Il regno che raggiungo è solo
la piccola zona di frontiera di una realtà immensamente vasta dalla forma inconsueta.
Una sfera all’interno di un’altra, procedendo forse all’infinito…
mai visto nulla del genere. Forse troppo armonioso perché una struttura simile
si sia formata da sola.
Mi trovo nel cerchio più
esterno, dove la magia è rarefatta e la materia ha il sopravvento sull’energia.
Mi ricorda la dimensione da cui proviene Strange.
Bene. Non vedo l’ora di
bruciarlo.
Incendio il cielo sopra la
più grande città che riesco a trovare, manifestandomi in tutta la mia gloria.
Sono ben lontano dal recuperare ciò che ho perso, ma anche se non sono più il
signore della Dimensione Oscura sono sempre Dormammu.
-Dichiaro questo reame sotto
il mio dominio per diritto di conquista. Chiunque osi sfidare la mia autorità
dovrà affrontare il TERRIBILE DORMAMMU!!!
Silenzio. Nessuno urla.
Nessuno implora pietà.
Atterro nella città, se così
si può chiamarla. C’è solo una gigantesca struttura, una grande statua che
rappresenta tre cerchi concentrici. Disposti a cerchio attorno ad essa c’è
l’intera popolazione di questo regno, inginocchiata a terra.
-Nessuno ignora Dormammu – chiarisco, incenerendo parte della folla.
Silenzio. Nessuno urla.
Nessuno implora pietà. Questo è davvero ridicolo!
-Infinita è la gloria della
Parola – dice uno di questi piccoli esseri, senza nemmeno guardami.
Lo afferro per il collo ed
inizio a stringere, assicurandomi che la cosa gli provochi dolori atroci. Solo
ora che me lo trovo davanti capisco che non ha gli occhi.
-Chi te li ha strappati? –
chiedo, perché è evidente che non è nato senza.
-La mia fede è la mia guida.
La Parola è tutto ciò che vedo.
Il sangue che sgorga dalla
sua testa mozzata si vaporizza a contatto con la mia fiamma. Il suo cadavere
crolla a terra e nessuno dice niente.
-Questo è quello che capita a
chi si prende gioco del Terribile Dormammu. Qualcun
altro ha qualcosa da dire in proposito!?
Silenzio. Nessuno urla.
Nessuno implora pietà.
Credo di odiare questo posto
come non ho mai odiato nulla e nessuno.
Il tempo non passa mai in
questa dannata dimensione. Lancio il teschio che ho tra le mani in cima al
mucchio che si è accumulato.
Ho ammazzato il tempo
uccidendo i nativi, mentre le forze lentamente mi tornavano, ed ho imparato che
questo è un regno strano. Strano e noioso.
I nativi sono…
erano…
dediti ad una sola ed unica mansione, verso cui era votata la loro intera
società: la preghiera. Ho provato a capire se fossero siano stati costruiti
accuratamente per questo scopo o se fossero stati modificati in seguito, ma ho
perso interesse rapidamente. Come si fa a studiare qualcosa che non prova
dolore!?
Non hanno una società. Non ci
sono guerre o governi o stregoni qui. Non ci sono famiglie o eroi o avversari. ’è
solo la preghiera. Non so nemmeno dire se sono veramente vivi, ma se non altro possono
morire.
Eppure non sento la presenza
della Morte qui. Non che mi abbia mai preoccupato; non è ridicolo il concetto
stesso che Dormammu possa morire? Ma quando si uccide
così tanta gente per così tanto tempo si avverte la sua presenza in sottofondo.
Qui non c’è.
Recupero un teschio dalla
pila e faccio qualcosa che chiunque altro riterrebbe inaspettato: lo guarisco.
La pelle ricresce sulle ossa, e subito la bocca inizia a muoversi.
-La Parola è tutto e tutto è
la Parola.
E’ possibile per Dormammu provare un brivido? Questo essere è morto ma sta ancora pregando. Lo stanno facendo
tutti, probabilmente, nella immensa pila di scheletri che è ora il mio trono
temporaneo.
-Tu non provieni dal Cerchio
Ennesimo – chiarisce una voce alle mie spalle.
Evoco le Fiamme delle Faltime per incenerirlo, colpevole di avermi colto di
sorpresa, ma l’attacco non sortisce alcun effetto. E’ un umanoide senza faccia,
attorno alla cui testa fluttuano tre cerchi di luce.
-Io sono Dormammu.
Sei il padrone di questo regno?
-Solo la Parola regna sovrana
su tutto. Io sono uno dei suoi Messaggeri. Questo è il Cerchio Ennesimo, zona
più esterna del Regno delle Sfere, oltre a cui non c’è nulla se non il vuoto
dove pregano i Missionari.
-Non c’è solo il vuoto oltre
questo regno schifoso, “messaggero”.
-Menti. Ammetti la tua
menzogna e canta la gloria eterna della Parola, o soffri la sua ira infinita.
Scoppio a ridere. Questo
piccolo essere ignorante pretende che Dormammu si
inginocchi a lui! Questo regno forse non è poi così noioso, in fin dei conti.
La lama di luce che mi
colpisce al petto è tutt’altro che divertente. Nulla dovrebbe ferire Dormammu, eppure il dolore è indescrivibile.
-Pentiti ed invoca la pietà
della Parola – intima il messaggero, puntando la sua spada verso i miei occhi.
-Dormammu. Non. Implora.
La mia testa rotola in mezzo
al mucchio di teschi e perdo conoscenza. Odio quando succede.
Riprendo lentamente
coscienza. La testa è legata al corpo grazie a del filo spinato. Braccia e
gambe sono legate ad una ruota, ed una lama al suo centro mi trafigge l’addome.
Ai lati della ruota ci sono due Messaggeri di guardia.
-Principianti. È chiaro che
da queste parti non sapete come si tortura un prigioniero – li insulto.
I Messaggeri non reagiscono.
Cerco di liberarmi, ma sono ancora debole e la magia di questa dannata ruota è
molto forte.
Sono all’interno di un grande
tempio, così grande da farmi pensare per un attimo di essere all’esterno.
Migliaia di ruote identiche alla mia sono posizionate in cerchio attorno
all’altare centrale; sono tutte vuote, ma ci sono due Messaggeri a controllarne
ciascuna.
Li conto. Sono diecimila ed
io sono uno solo. Ma sono anche Dormammu.
-La Parola è tutto e tutto è
la Parola – recito.
I due Messaggeri sembrano
allarmati, e si avvicinano a me.
-Tu credi nella Parola,
prigioniero?
-La mia fede è la mia guida.
-Chiunque creda nella Parola
non sarà mai schiavo d’altri; questa è la Sua promessa – risponde rapidamente
uno dei due Messaggeri, liberandomi.
-Rispetto una divinità che
mantiene le proprie promesse – lo rassicuro mentre gli strappo il cuore dal
petto.
-Blasfemo! Hai nominato la
Parola invano! – mi attacca il secondo Messaggero.
-Tranquillo, prometto che non
mi sentirai più parlare.
Quando riprendo il fiato
dalla battaglia, sono stremato. Diecimila cadaveri di Messaggeri affollano il
tempio ed ancora non smettono di
pregare.
Da qualunque cosa traggano le
proprie forze questi esseri, è un potere incalcolabile. Solo quando ho
affrontato Eternità ho avvertito la mano di qualcosa di così possente. Gradirei
non ripetere l’esperienza.
-Non gioire della gloria
terrena, poiché infinita è la furia della Parola.
Ancora un’altra volta sono
stato colto di sorpresa! Questo posto è davvero odioso. Un altro Messaggero si
trova davanti a me, ma aspetto prima di attaccarlo.
-Tu sei diverso dagli altri.
-Io sono un Alto Messaggero.
La Parola stessa benedice le mie battaglie.
Non sta scherzando. La sua
essenza è migliaia di volte più imponente di tutti i Messaggeri che ho
sconfitto messi assieme. Anche al mio massimo splendore, dubito potrei
sconfiggerlo in uno scontro diretto.
-Sei il signore di questo
regno?
-Solo la Parola regna su
tutto. Ci sono diecimila Alti Messaggeri solo nel Cerchio Ennesimo. Io sono
stato mandato per parlare con te.
-Vuoi dire per convertirmi?
-Infinite sono le strade che
portano alla Parola.
-Ne ho abbastanza della
vostra stupida propaganda! Io sono DORMAMMU!!!
Il mio corpo si incendia di
pura magia distruttrice, e cerco di colpire l’Alto Messaggero con abbastanza
potere da spezzare una realtà. L’essere immondo afferra il mio pugno, piegando
il braccio dietro la schiena.
-Tu non sei nulla – controbatte, infilzando
il mio cuore nero con un’altra di quelle dannate lame di luce.
Il tetto del tempio crolla,
abbattendosi sui cadaveri delle mie vittime… che si
stanno rialzando in piedi, cantando inni alla gloria della Parola.
L’Alto Messaggero mi
costringe a fissare il cielo, squarciato da qualcosa che persino io percepisco
solo in parte. La mente di un mortale sarebbe senz’altro annichilita; non posso
comprenderne la vera forma, vedo solo tre cerchi concentrici che ruotano l’uno
all’interno dell’altro.
-Prima che il tempo fosse sognato, io ero. Prima che gli dei
nascessero, io ero. Lodato sia il mio nome.
-La Parola, suppongo.
-Tu non hai diritto ad entrare nel Regno delle Sfere, piccolo demone.
Realizza la mia gloria e canta il mio nome per tutta l’eternità; lascia che la
Parola riempia ogni parte della tua essenza e vivrai per sempre sotto la mia
protezione.
Scoppio a ridere. L’Alto
Messaggero rigira la lama, assicurandosi che il dolore si ancora superiore, ma
ingoiando il dolore rido ancora di più.
-Sei un dio così insicuro,
Parola, da aver bisogno della totale devozione di esseri così piccoli? Ho più
rispetto per i Senza Mente che per te!
-Infinite dimensioni hanno rifiutato il mio messaggio. Nessuna di
esse esiste ancora. Ritorna alla tua immonda realtà, piccolo demone, e diffondi
la Parola.
L’Alto Messaggero mi lascia
andare, e la mia mente entra in contatto con quella della Parola…
se di una mente davvero si tratta.
Mi mostra la vera forma del
Regno delle Sfere. Perfettamente ordinato. Perfettamente eterno. Perfettamente
immortale. Perfettamente morto.
Capisco solo una frazione di
ciò che mi mostra, ma due cose sono chiare. Primo, anche se non credo che la
Parola sia davvero onnipotente ed onnisciente come sostengono i suoi adoratori,
la Parola ne è ferramente convinta.
Secondo, per quanto è
superiore a tutto ciò che io abbia mai affrontato, si potrebbe definirla
onnipotente e la differenza sarebbe solo semantica.
-Troppo a lungo le altre realtà si sono nascoste alla mia vista. Che
gli altri regni si preparino al mio avvento. Accettate la Parola e vivrete per
sempre al mio cospetto, cantando la gloria della Parola. Rinnegatemi ed i
Messaggeri razzieranno ogni cosa: le stelle cadranno, i cieli bruceranno, il
sole tramonterà su ogni mondo per non sorgere mai più. Lodato sia il mio nome.
-Lodata sia la Parola –
recita all’unisono l’intero Regno delle Sfere: infinite realtà unicamente
dedite all’adorazione di questo dio pazzo.
-Puoi andare in pace, Dormammu. Ma
preparati alla guerra.
Ottavo cerchio dell’Inferno
-Mi hai preso per un idiota!?
– protesta Mefisto, gettandomi addosso le anime dannate che stava bevendo dal
calice d’osso.
-Questo incontro è stato una
perdita di tempo; non esiste nessuna “Parola” – gli fa eco Cloot,
ripiegando le ali come se stesse incrociando le braccia.
-Pensi davvero che se una
cosa del genere esistesse veramente non lo avremmo scoperto millenni fa? Ammiro
la tua immaginazione, Dormammu, ma non puoi
aspettarti che crediamo a queste farneticazioni – giudica Incubo.
-So quello che ho visto! E la
Parola è un nemico come non ne abbiamo mai affrontati! Intere realtà si sono
nascoste alla sua vista, forse Eternità stesso.
-Ora stai diventando
paranoico – mi schernisce D’Spayre.
-Se questo essere immaginario
è così possente come dici, che cosa ti aspetti che facciamo? – chiede Satannish.
-Dobbiamo formare un
esercito. Attaccare la Parola nel cuore del suo regno prima che raggiunga il
nostro, prendendolo di sorpresa… non credo sia
davvero onnisciente o ci avrebbe trovato da tempo.
Mefisto ride sommessamente.
Non capirò mai cosa passa per la sua testa.
-E secondo te dovremmo
abbandonare i nostri regni per attaccare un nemico la cui esistenza è provata
solo dal racconto insensato di qualcuno la cui parola vale meno di quella di Loki? Sei sempre stato un principiante nell’inganno, Dormammu.
-Rifletti, Mefisto, che cosa
ci guadagnerei ad ingannarvi? Al momento i vostri regni non mi interessano; non
ho più un esercito per attaccarli, se è questo che vi preoccupa.
-E che mi dici di Umar?
Il fuoco attorno alla mia
testa aumenta d’intensità al suono di quel nome, così tanto da superare il
calore delle fiamme dell’Inferno stesso.
-Mi occuperò io di quella
cagna traditrice di mia sorella, Mefisto.
-Davvero. Sai, Dormammu, trovo davvero divertente che tu ci chieda di
lasciare i nostri regni… mentre tua sorella si è
alleata a Cyttorak e si prepara ad attaccare in forze
la Dimensione Oscura. Uno stratagemma davvero coraggioso, lo ammetto. Stupido,
ma coraggioso.
-Quella maledetta…
-Oppure la Parola esiste
davvero, anche se hai abbellito il tuo racconto. Diecimila angeli malvagi
sconfitti dallo stesso Dormammu che non riesce
nemmeno ad impedire al Dottor Strange di esiliarlo e
di portarsi a letto la nipote del suo acerrimo nemico? Il tuo ego è sempre
stato la tua disfatta.
-Mefisto ha ragione – concede
Satannish, sputando poi a terra per redimere la lode
al proprio avversario – Hai esagerato con il tuo racconto; se tu avessi chiesto
aiuto contro un altro demone, forse
avresti convinto alcuni di noi. Ma il nemico che hai descritto non sarebbe
sconfitto nemmeno da tutti i nostri eserciti.
-Non voglio reclutare
solamente i vostri eserciti, Satannish. Cerco il
vostro aiuto perché siete la cosa più vicina a degli alleati che io abbia. La
Parola si crede superiore a tutto e tutti: voglio scagliarli contro la più
terrificante forza del male che si sia mai vista. Avremo bisogno dei pesi
massimi: Shuma-Gorath, Set, Chton,
Zom…
-ZOM!?!? – esclama Mefisto,
perdendo la compostezza ed iniziando a sbraitare – Posso rispettare l’inganno
ma non che mi si prenda in giro come un mortale!
-Hai perso la ragione, Dormammu, e godremo tutti nel vederti trascinato nella
polvere come meriti – mi insulta Cloot.
È stata una colossale perdita
di tempo; nessuno che mi possa essere utile mi darà mai ascolto.
Chi sarebbe così pazzo ed
idealista da dare una possibilità al Terribile Dormammu?
177A Bleckeer
Street
Greenwich Village, New York
City
Il sole sta ancora sorgendo
ma Wong è già in piedi, intento a preparare la
colazione per il risveglio del suo maestro. C’è qualcosa di rilassante nella
routine di tutti i giorni: adattarsi alla vita frenetica della Grande Mela non
è stato semplice, nei primi anni, ma dato il tipo di vita che conduce il suo
maestro persino New York si può considerare rilassante.
Qualcuno suona alla porta. Wong considera ancora troppo rude ed artificiale il suono
del campanello; una campana sarebbe più consona all’importanza della dimora, ma
il suo maestro non è della stessa idea.
Wong apre la porta semplicemente girando la maniglia: non
c’è bisogno di serratura, grazie agli incantesimi di protezione che
reggerebbero alla fine del mondo. O per essere precisi, che reggerebbero di nuovo alla fine del mondo.
Aprire la porta agli ospiti
del suo maestro è uno dei momenti preferiti del lavoro di Wong.
Chiunque può bussare alla porta del Mago Supremo: può essere un dio, una
leggenda vivente, un eroe solitario o anche solo una povera anima perduta.
Oggi Wong
apre la porta a Dormammu il Terribile, Dormammu il Distruttore, Dormammu
il ex Signore della Dimensione Oscura che domanda:
-Il dottore è in casa?
CONTINUA